La coltivazione del melograno è molto antica nei nostri territori, era infatti già praticata dai fenici e dagli antichi romani, ma l’origine della specie è orientale.
Il melograno è una tipica specie degli ambienti temperato-caldi e soffre se le temperature scendono sotto i –10°C; per questo motivo è diffuso soprattutto al centro e al sud d’Italia.
Il frutto del melograno è una bacca carnosa che si chiama melagrana e anche balausta, ha buccia spessa e contiene al suo interno moltissimi semi esternamente polposi e internamente duri. Il frutto può essere aperto e mangiato tale e quale, anche se i singoli chicchi poi hanno all’interno un nocciolo un po’ duro e legnoso.
Proprietà:
  • I semi contengono vitamina A e vitamina C, e come sali minerali sono ricchi di fosforo e potassio;
  • È una buona fonte di fibre solubili e insolubili, utili per una buona digestione e per proteggere la salute dell’intestino;
  • Aiuta a controllare il colesterolo;
  • Migliora le difese immunitarie grazie al quantitativo di vitamina C;
  • Il suo consumo regolare è stato inoltre associato a benefici contro l’iperplasia prostatica benigna e il diabete;
  • Riduce il rischio cardiovascolare grazie ad alcune sue molecole antiossidanti come la granatina B
Attenzione!
La melagrana può interferire con la carbamazepina, con i farmaci metabolizzati dal citocromo P450 2C9, 2D6 e 3A4, con gli ACE inibitori, con gli antipertensivi, con rosuvastatina, la tolbutamide e il warfarin.
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