Il cavolfiore appartiene alla famiglia delle Brassicacee, la stessa famiglia dei “cugini” cavoli. L’infiorescenza detta “testa” o “palla” è la parte commestibile dell’ortaggio: può essere di diversi colori, da bianca a giallo paglierino, passando per il verde e il viola. Variare nei colori è importantissimo, perché ognuno contiene sostanze differenti, tutte fondamentali per il tuo benessere.
Il cavolfiore è una verdura tipica dell’inverno che, grazie al perfetto equilibrio dei suoi componenti, esercita una benefica azione sulla salute se consumato 2-3 volte a settimana. Grazie al suo basso contenuto di calorie (25 kcal/100 g) e al suo elevato potere saziante il cavolfiore è indicato anche nelle diete dimagranti.
Il suo periodo di maturazione varia a seconda delle tipologie considerate: le precocissime, che vengono raccolte a ottobre, le precoci, raccolte a novembre-dicembre, le varietà invernali, tipiche di gennaio e febbraio, e le tardive, che si raccolgono da marzo a maggio.
È un ortaggio ricco di sali minerali: in particolare contiene 350 mg di potassio, 44 mg di ferro, 30 mg di sodio e 15 mg di magnesio. Non mancano importanti vitamine, come la vitamina A (50 mg), la vitamina C (59 mg), alcune vitamine del gruppo B e la vitamina K. La fibra, invece, mantiene in salute l’intestino; quella solubile come la pectina, se assunta giornalmente in almeno 6 grammi, come quella contenuta per esempio in circa 3 mele, contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue.
I cavolfiori, si sa, durante la cottura emanano un odore non particolarmente gradevole; c’è, però un modo di neutralizzarlo: mettere sul coperchio un pezzo di pane raffermo bagnato nell’aceto.
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